Buy and hold, il significato di questa strategia di investimento
Come periodicamente accade, nel 2018 un quotidiano specializzato nel settore finanziario ha pubblicato un articolo che riportava i risultati dei mercati azionari nel periodo 2008-2018.
L’articolo sosteneva principalmente che per ottenere risultati positivi dai propri investimenti nel lungo periodo è sufficiente mantenere in portafoglio gli asset iniziali applicando un approccio cd. “buy and hold”. E sottolineava che eventuali movimentazioni tattiche sarebbero inutili.
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In effetti, in questi 10 anni i mercati azionari a livello globale sono cresciuti in maniera consistente. Lo dimostrano i risultati positivi della media dei fondi d’investimento e dalla media degli ETF di riferimento:
Indici fondi Fideuram 03/11/2008 – 30/10/2018
ETF di riferimento 03/11/2008 – 30/10/2018
Dati alla mano, la tesi di fondo dell’articolo in questione risulta vera e condivisibile. Eppure è altrettanto vero che tenere in portafoglio gli stessi asset per un periodo ancora più lungo di quello analizzato dovrebbe portare a risultati migliori e più stabili.
In realtà, se l’analisi parte dall’anno precedente (novembre 2007), i risultati ottenuti si ridimensionano notevolmente. Il massimo drawdown è più alto (2008) e gli indici che hanno avuto oscillazioni negative sono intorno al -50%.
Indici fondi Fideuram 01/11/2007 – 30/10/2018
ETF di riferimento 01/11/2007 – 30/10/2018
Proviamo ad aumentare l’orizzonte temporale a 18 anni e partiamo dal marzo 2000: le cose non migliorano.
Infatti, tre dei cinque indici Fideuram nel 2018 erano ancora in territorio negativo. (Ci siamo limitati ad analizzare soltanto gli indici Fideuram, perché non esistono ETF che presentino dati storici così profondi).
Indici fondi Fideuram 01/03/2000 – 30/10/2018
Ancora, facciamo partire la nostra analisi addirittura dal 1990. Abbiamo risultati positivi, ma a fronte di un periodo di investimento di quasi trenta anni.
Osserviamo attentamente le statistiche riportate nelle tabelle. Verifichiamo che verificare che soltanto un indicatore continua ad attestarsi su valori sostanzialmente simili al cambiare dell’orizzonte temporale: la volatilità.
Più che i rendimenti storici degli ultimi x anni, è il valore della volatilità che indica la variazione potenziale del mercato. L’investimento in un mercato con una volatilità storica del 16%, potrebbe presentare un’evoluzione simile a quella indicata nel grafico che va dal marzo 2000 al 2018. L’investitore potrebbe entrare sul mercato in una “valle” o “picco” (se usiamo un’analogia con la morfologia di un territorio geografico), esponendosi a potenziali oscillazioni negative anche del 50%.
Infatti, prendiamo spunto dall’articolo citato e analizziamo un investimento “buy and hold” su un orizzonte temporale rolling di 10 anni: i risultati ottenibili dagli investitori in un medesimo arco temporale saranno molto diversi a seconda del periodo che si va ad analizzare.
Insomma, se ne può concludere (dati storici alla mano) che: o si ha un orizzonte temporale molto lungo (anche superiore ai 10 anni), o è corretto prendere in considerazione di adottare strategie di investimento atte a ridurre la volatilità (e quindi la variabilità dei risultati) attraverso una gestione del rischio dinamica e una variazione attiva degli asset in portafoglio.
Ciò può consentire di rendere più omogenea la distribuzione dei rendimenti nel periodo d’investimento, e soprattutto di evitare i giganteschi drawdown che i mercati azionari (e con essi gli investitori) si sono ritrovati a subìre in ogni decennio analizzato. E in questi casi le conseguenze sui rendimenti e sulla relazione umana e professionale con il proprio intermediario possono essere importanti.
CIO & Founder 4Timing SIM – Lavoro nel mondo della gestione del risparmio da quasi trent’anni con lo stesso entusiasmo di quando ho iniziato. In questi ultimi venti anni, coadiuvato dal mio staff, mi sono dedicato all’implementazione di modelli sistematici di gestione attraverso l’applicazione del metodo scientifico, sempre pronto a valutare nuove possibilità ma con l’occhio critico della scienza. Mi rispecchio nella frase del filosofo Karl Popper: “Il metodo della scienza è il metodo di audaci congetture e ingegnosi e severi tentativi di confutarle.” Nel 2016 ho deciso di fondare 4Timing SIM per offrire, attraverso i servizi di consulenza finanziaria e gestione del patrimonio, il know-how accumulato in questi anni.