Consulenza finanziaria e conflitti d’interesse, che legame c’è?
Affiancare alla consulenza finanziaria indipendente il beneficio dell’assenza totale del conflitto di interessi rende l’argomento spinoso.
Da un lato è indiscutibile che le regole anche per la Consulenza finanziaria favoriscono la riduzione dei conflitti di interesse, e per questo in assenza di altre specifiche esigenze è preferibile la consulenza indipendente.
Dall’altro il servizio di consulenza indipendente è del tutto privo di conflitto di interessi?
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I conflitti di interesse sono per loro natura ineliminabili e possono soltanto essere gestiti in maniera efficace: in primo luogo dichiarandoli e poi cercando di ridurli il più possibile.
Proviamo ad approfondire?
Conflitto d’interesse
Cominciamo a fornire una definizione di conflitto di interessi.
Il conflitto d’interessi è una situazione in cui un operatore ha un interesse personale che interferisce – o potrebbe interferire, o appare avere la potenzialità di interferire – sul servizio reso, in quanto egli fornisce indicazioni per favorire il proprio tornaconto, a scapito dell’utente.
Per conoscerci meglio, leggi anche il nostro articolo “In che modo 4Timing SIM ti garantisce l’assenza di conflitti d’interesse?”.
Il conflitto di interesse riguarda qualsiasi attività professionale con un’asimmetria informativa tra operatore e cliente, e a causa di tale asimmetria il cliente non è in grado di valutare con piena cognizione le scelte del professionista.
Qualsiasi tipologia di remunerazione espone il cliente a una qualche forma di conflitto.
Il discorso vale per i compensi maturati in base al valore delle risorse “gestite”, ma anche il rendimento prospettico della componente più rischiosa del portafoglio potrebbe indurre alcuni consulenti a consigliare una distribuzione più aggressiva e potenzialmente tesa ad ampliare la base di calcolo della sua parcella. In tal senso, si può fare l’esempio delle eventuali commissioni di performance, per altro sempre più spesso richieste dagli stessi clienti.
Non solo, anche la remunerazione su base oraria (al pari di quella cosiddetta flat) si presta a simili rischi, per quanto speculari.
E lo stesso discorso è valido per i casi in cui la remunerazione è collegata al profilo di rischio assegnato a ciascun cliente. A prescindere dalla validità dei sistemi di misurazione adottati dal singolo intermediario, quanti conflitti si possono nascondere dietro questo processo?
Insomma, probabilmente il solo caso in cui la consulenza potrebbe davvero essere indipendente e imparziale è qualora fosse erogata da un soggetto pubblico e fosse del tutto gratuita.
Fiducia
Infine, la discussione sul conflitto di interessi approda inevitabilmente sul più ampio e importante concetto di fiducia: la ragionevole convinzione che le parti perseguano i propri interessi congiuntamente a quelli degli altri, in una prospettiva di lungo termine.
La fiducia però non è una certezza, né una “verità” sulla quale il cliente può fare completo affidamento. Certezza e verità non esistono in ambito finanziario, né si può attribuire grande valore alla delega delle scelte a scatola chiusa che ne consegue (i.e. prima si dà fiducia, dopo si verifica).
Oltretutto nell’era del “dopo crisi”, la fiducia è intesa soprattutto come una sensazione di sicurezza, basata sulla stima riposta in qualcuno o qualcosa. Di conseguenza, oggi si richiede a chi eroga il servizio di dimostrare preventivamente di saper gestire in maniera efficace il conflitto di interessi.
Garanzie
In tale contesto è inevitabile che diventi preminente la necessità di un arbitro, ovvero di un sistema di garanzia e vigilanza neutrale che permetta ad entrambe le parti piena soddisfazione.
Ancora una volta la conclusione è la stessa: dove l’incertezza è di casa, i contorni risultano per forza sfumati e le “regole” possono diventare l’unico strumento a nostra disposizione per stemperare i rischi e per migliorare le performances.
In questo caso il riferimento è alle Norme Tecniche di Qualità.
Per saperne di più consulta la norma UNI 11402.
Sono Educatore Finanziario di Qualità (UNI 11402) oltreché Consulente Finanziario. Sono consapevole che la mia attività può avere un ruolo sociale di alto valore e per questo da anni ho deciso di interpretarla in coerenza con i miei valori. Scelte come educazione e pianificazione finanziaria, remunerazione a parcella e consulenza finanziaria indipendente oggi mi permettono di interpretare al meglio questa ambizione. La stessa formazione continua sul versante della finanza sostenibile (ESG/SRI) ben la rappresenta. Da appassionato sci-alpinista (motivo per cui qualche volta mi assento) so bene che spesso i peggiori rischi si corrono a causa della mal riposta fiducia nelle proprie certezze. E da neo-nonno (altro motivo per il quale a volte non mi troverete!) apprezzo il trascorrere del tempo e so come la capacità di immaginare il proprio futuro e di fare progetti siano gli ingredienti indispensabili per qualsiasi piano finanziario che si rispetti. Da tempo ho compreso che la gestione dei pur inevitabili conflitti di interesse si può migliorare solamente smettendo di vendere prodotti e limitandosi ad aiutare le persone a fare scelte consapevoli.