Orientarsi nei mercati finanziari seguendo la teoria di George Soros
La teoria della riflessività di George Soros si fonda sull’idea che in economia fattori soggettivi e aspettative influiscano in misura determinante, tale da produrre uno scarto rispetto alla realtà oggettiva. Accade ad esempio nel valore dei titoli, quando diventa esplosivo e ne provoca sia le impennate sia i collassi.
Questa teoria muove da un punto di vista sociologico. Non a caso nel suo lavoro Soros cita come fonti: Thomas Merton, per le profezie autoconvalidanti e l’effetto bandwagoning (tutti sul carro del vincitore), e Alfed Schutz, per la sociologia dell’intersoggettività.
Questo è un motivo per cui ho pensato di esaminare la teoria di Soros. Inoltre, la genesi della sua teoria è conseguente alla professione di speculatore di successo.
La teoria della riflessività è la strategia, ovvero la “bussola”, con cui Soros si orienta nei mercati finanziari. È una teoria che risente delle influenze di Karl Popper, un grandissimo filosofo austro-inglese e maestro del finanziere nella Londra degli anni ’50.
Da sempre Soros è stato profondamente appassionato agli studi filosofici e li ha affrontati con il tipico pragmatismo del maestro. Con lui ha condiviso una profonda avversione verso le visioni del mondo totalizzanti. In particolare si è concentrato verso i due totem che hanno condizionato la politica e l’economia nel nostro secolo: il marxismo e la teoria dell’economia “classica”, basata sul principio del mercato efficiente.
Può sembrare strano che due concezioni apparentemente così distanti possano essere avvicinate. In realtà esiste un fortissimo punto di contatto: la visione di una realtà misurabile con precisione e tendente a uno stato finale di perfetto equilibrio. Da una parte c’è l’equilibrio della società senza classi, in cui il proletariato riesce a impossessarsi dei mezzi di produzione eliminando tutte le ingiustizie. Dall’altro c’è il raggiungimento dell’equilibrio perfetto tra domanda e offerta.
Quello che non convinceva Soros era la possibilità di raggiungere tali situazioni di equilibrio in sistemi paragonati, per possibilità di fare previsioni, ai sistemi studiati dalle scienze esatte. Una visione peraltro ormai in crisi anche in questo settore: la teoria della complessità dimostra che è impossibile prevedere esattamente il comportamento dei sistemi complessi.
Puoi conoscere più nello specifico riflessioni e strategia di investimento di George Soros grazie all’articolo relativo: “Chi è George Soros e cosa si può apprendere dalla sua filosofia di investimento?”
La differenza tra la visione “classica” e il metodo “George Soros”
C’è una grande differenza tra chi ancora oggi opera seguendo la visione “classica” dell’economia e Soros: per il finanziere ungherese un sistema economico è popolato da attori pensanti. Questi soggetti introducono un enorme fattore di indeterminatezza per via delle loro previsioni e dei loro comportamenti. Fattore amplificato da un’altra caratteristica degli esseri umani: la nostra comprensione del mondo è sempre intrinsecamente imperfetta.
In genere si crede che ci sia una relazione di corrispondenza tra ciò che pensiamo oggi e quello che accadrà domani. La riflessività mostra che quello che accadrà domani è influenzato anche dalle aspettative, che sono spesso errate. Inoltre c’è una correlazione bidirezionale tra le percezioni errate e l’attuale corso degli eventi, ovvero: se credo che un titolo diventerà carta straccia e me ne disfo, influenzo il mercato. La differenza è sottile ma importantissima: i mercati non anticipano il futuro, lo creano.
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Diversi approcci all’investimento
Questo particolare approccio dell’investimento si scontra con il buon senso comune. L’opinione prevalente sostiene che i mercati abbiano sempre ragione. In altre parole, i prezzi tendono a rispecchiare ogni sviluppo futuro. Soros crede invece che i prezzi siano sempre sbagliati, perché rispecchiano una visione del mondo soggettiva.
Questo non significa che cambieranno automaticamente e si debba andare regolarmente contro il prezzo indicato dal mercato, tendente spesso a prevalere. Significa che se si parte dal presupposto che le informazioni che circolano nei mercati sono incerte e spesso sbagliate, gli attori devono essere vigili e riflessivamente aperti, in modo da anticipare la correzione di questi “errori”.
Ed è proprio quanto fatto da Soros il 16 settembre 1992. Egli intuì che la quotazione della sterlina era insostenibile e quindi buttò tutto il peso del suo fondo di investimento, il Quantum fund, in questa direzione. Aveva ragione, e la posta in palio fu altissima: la Banca d’Inghilterra perse in sole 24 ore oltre 2.000 miliardi.
In conclusione, della teoria di George Soros colpisce l’accettazione della complessità. La complessità è un elemento caratterizzante delle scienze sociali, dal quale non è possibile prescindere e sul quale il finanziere fonda il suo approccio ai mercati finanziari. Il suo successo poi può essere visto come una sorta di prova empirica.
4Timing si rispecchia in questo approccio e considera fondamentale l’impatto della complessità delle scienze sociali nell’approccio ai mercati finanziari.
CIO & Founder 4Timing SIM – Lavoro nel mondo della gestione del risparmio da quasi trent’anni con lo stesso entusiasmo di quando ho iniziato. In questi ultimi venti anni, coadiuvato dal mio staff, mi sono dedicato all’implementazione di modelli sistematici di gestione attraverso l’applicazione del metodo scientifico, sempre pronto a valutare nuove possibilità ma con l’occhio critico della scienza. Mi rispecchio nella frase del filosofo Karl Popper: “Il metodo della scienza è il metodo di audaci congetture e ingegnosi e severi tentativi di confutarle.” Nel 2016 ho deciso di fondare 4Timing SIM per offrire, attraverso i servizi di consulenza finanziaria e gestione del patrimonio, il know-how accumulato in questi anni.